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RENATO DIBI’, da tempo considerato il migliore interprete italiano della grande tradizione dei Chansonniers, propone il repertorio popolare delle "canzoni della Mala"  la “ Ligera” Milanese.

Nell'immediato dopoguerra, nella nostra Milano si formò un nuovo genere di piccola malavita, bonaria, proletaria, delle case di ringhiera, dei Teddy boys, degli agglomerati urbani, rifugio di immigrati del Sud Italia.

Era la "Ligera", o il "Lingia", sempre attento a  non cadere nelle mani della "Madama"; sedotto dal mito cinematografico, del colpo che risolve la vita, rifiutava la violenza e la logica del lavoro, almeno non continuativo; per sopravvivere si arrangiava come poteva, rispettando però codici e valori ben precisi e pur vivendo nel disagio e ai margini della società, era pieno di umanità, di cuore e sogni d'avventura.

Il ladro d’appartamento, il truffatore, il rapinatore gentiluomo, il boss della zona, il palo, il pappone, il piccolo contrabbandiere, il falsario, il giocoliere delle tre tavolette, il borsaiolo, il pataccaro, popolavano la notte, nelle osterie e le bettole dei Navigli, tra alcolismo e prostituzione. 

La malavita che seguirà dopo quella generazione, sarà una mala diversa, molto più violenta e meno pittoresca, da quel grembo, nasceranno infatti, più tardi, veri e propri criminali. Il repertorio popolare delle "canzoni della Mala" ne raccontano le storie e l'atmosfera dei personaggi di quel mondo. Tra le più famose "Porta Romana bella, La Rosetta, Ma mì", fino ad arrivare ai nostri giorni con "La ballata del Cerutti Gino" e per le storie di Milano a "I scarp del tennis". Non capita spesso ma è quanto ci offre questo artista forgiato alla scuola milanese, la più illustre d'Italia, la più affine alla scuola francese.