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Luciano Tallarini

 

Luciano Tallarini, maestro della fotografia e dell’immagine, art director di Mina per oltre 15 anni è diventato l’artista che maggiormente ha  rappresentato, con le sue copertine non solo quel magico momento della musica e della discografia ma anche della moda. Con le sue copertine è riuscito a dare un valore aggiunto al prodotto discografico e ulteriore visibilità al pensiero e allo stile della pop art nel nostro paese. L’esperienza e il soggiorno negli Stati Uniti oltre al rapporto di conoscenza con Andy Warhol gli hanno permesso di caratterizzare la ”pop art italiana”. Nelle sue copertine i volti delle protagoniste assumono forme, dimensioni e colori che riescono a trasmettere le forti personalità di ciascuna di essi.

 

Tallarini


Da https://www.iragazzidimimi.org/luciano-tallarini : Luciano Tallarini, mantovano di nascita, naturalizzato milanese, mantiene della città che gli ha dato i natali un certo antico stile, che si manifesta nel rigore e nella genialità del suo lavoro. Dalla città che lo ha adottato assume un piglio manageriale che si esprime nella sua vitalità produttiva. Si è sempre dedicato al mondo dello spettacolo, con passione ed interesse, particolare per il settore musicale occupandosi dell’immagine, ai suoi massimi livelli.


Da http://www.lisolachenoncera.it/rivista/primi_piani/le-copertine-di-luciano-tallini-in-mostra-a-bellar/ : Luciano Tallarini, milanese (anche se nato nel mantovano), ha legato fortemente il suo nome ad alcune delle più belle “cover” della discografia femminile e così, giusto per ricordarvi qualche artista con cui ha collaborato, possiamo citare Mina, Ornella Vanoni, Milva, Patty Pravo, Mia Martini, Loredana Bertè, Orietta Berti, Alice, Raffaella Carrà, Gigliola Cinquetti, Gilda Giuliani, Marcella, Marina Sannia, Loretta Goggi, Gabriella Ferri, Giuni Russo. Va evidenziato come l’apporto di Tallarini alla “copertina” di un album, di un singolo, di una raccolta, non fosse “la fotografia”, o comunque non solo quella, ma bensì la sua arte stava proprio nell’artwork, come dicono giustamente gli anglosassoni. Parliamo del mix che si viene a creare nell’immagine finale, dettagli che diventano centrali. Ad esempio l’uso del carattere, un colore acceso evidenziato rispetto ad un tono generale tenue, lo spazio tra il titolo e l’immagine sia essa fotografica che disegnata (cosa che lui ama usare moltissimo). Insomma, il colpo d’occhio finale viene soddisfatto e non sempre il motivo è “uno solo”, ma piuttosto va ricercato nella capacità creativa di comunicare qualcosa d’immediato e che sappia rispecchiare il “contenuto” musicale del prodotto vero e proprio senza diventare didascalici.
... potrete perdervi nelle copertine di oltre 150 dischi….e non solo dei nomi citati in precedenza, ma anche di artisti maschili o di gruppi come Alberto Fortis, Pierangelo Bertoli, Pooh, Squallor, Renato Carosone, Adriano Celentano, Vasco Rossi, De Andrè, Ivano Fossati, Renato Zero, Roberto Vecchioni…"


Da https://www.acfans.it/blog/news-e-segnalazioni/%E2%80%98pop-life%E2%80%99-di-luciano-tallarini-i-cantanti-vogliono-apparire-belli-e-giovani/ : “Pop life – Una vita in copertina” è il titolo del libro scritto da Luciano Tallarini – uno dei maggiori creatori di copertine di dischi apprezzato sia in Italia sia all’estero – in cui vengono raccolte le sue cover più belle, anche quelle scartate dagli artisti.
“Tra cantante e grafico”, ha spiegato Tallarini, “c’è un rapporto conflittuale in cui vince quasi sempre l’artista. Il problema è che molti vogliono apparire belli sulle copertine, sempre giovani… Non hanno autoironia”.

Tra le cover scartate da Tallarini c’è n’è anche una che Adriano Celentano rifiutò come copertina di una sua raccolta: “Avevo immaginato un Celentano immortalato su una moneta, in stile romano, di profilo, con il capo coperto d’alloro come Giulio Cesare. Coglieva alla perfezione l’essenza imperiale del personaggio. Avevo inventato anche un titolo, ‘Unicamente Celentano’. Claudia Mori lo trovò troppo ironico, ma mi chiese di regalarle il titolo. Finimmo in causa e vinsi io”.

Fra gli scarti che Tallarini ricorda maggiormente c’è quello di Paul McCartney: “Allora alla EMI a Londra c’era un direttore europeo italiano, Rotelli, che mi invitò a fare una proposta per l’album ‘Ebony and Ivory’, e io realizzai una sorta di Pietà di Michelangelo con una Madonna bianca che teneva in braccio un Cristo nero. Fu respinta con orrore, ma curiosamente McCartney non mi restituì mai i bozzetti originali nonostante le mie insistenze. E nemmeno due righe di ringraziamento”. (Fonte: Corriere della Sera)